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30 maggio 2002. MEMORIE di un MASSACRO....
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La encefalopatia spongiforme degli ovini, la SCRAPIE, è una malattia conosciuta da oltre 200 anni che colpisce solitamente ovini anziani a fine carriera che arrivano a morte soprattutto per altre cause e quindi non riesce ad essere sintomatica. Quando lo diviene, i suoi sintomi sono simili a quelli della encefalopatia spongiforme bovina, BSE, per la quale intorno alla fine del secolo scorso si sospettò un passaggio anche nell'uomo. Sull'onda delle campagne terroristiche intorno a questa malattia dei bovini, visto la parentela delle due patologie, anche la SCRAPIE, che fino al 1999 era una malattia per la quale non esisteva in Italia nemmeno l'obbligo di denuncia, finì con l'essere considerata una malattia temibile contro la quale prendere i più drastici provvedimenti.

Essendo stata una malattia non denunciabile fino al 1999, interessando spesso animali che morivano per altre cause, la sua presenza in Italia era stata segnalata in pochissimi casi. Venne cosi' decisa una Legge Nazionale che prevedeva l'abbattimento totale di tutti gli animali dell'allevamento laddove si fosse manifestato anche solo un caso, come si faceva per i bovini. E venne anche reso obbligatorio il prelievo della testa e l'esame sulle cellule cerebrali ogni volta che un ovino di oltre 18 mesi veniva portato al macello o moriva per cause naturali. Il legislatore pensava cosi' di risolvere la questione in maniera economicamente più conveniente per la collettività piuttosto che adottare altri sistemi di eradicazione della malattia che in altre parti d'Europa, dove la pastorizia aveva più importanza, erano da tempo adottate. Gli scienziati avevano infatti capito che la Scrapie si riscontrava solo in ovini con un preciso patrimonio genetico, mentre altri con un patrimonio genetico diverso erano immuni. In quei paesi, Francia e Spagna, da tempo si era legiferato con l'obbligo di introdurre montoni che trasmettevano questa resistenza genetica alla malattia. in quei paesi quando si manifestava un caso di Scrapie venivano soppresse di quell'allevamento solo le pecore malate o quelle riscontrate geneticamente capaci di contrarre la malattia, mentre venivano risparmiate tutte le pecore geneticamente resistenti. Un meccanismo di eradicazione intelligente, che salvaguardando gli animali resistenti consentiva loro di riprodursi aumentando il numero degli animali resistenti.

In Italia pensando ad un tornaconto meramente economico si era scelta invece la strada della eradicazione e dell'abbattimento totale, convinti che ci si sarebbe trovati di fronte solo a pochi casi. Con l'introduzione del controllo obbligatorio del cervello di ogni ovino morto furono invece tantissimi gli allevamenti dove si dovette provvedere all'abbattimento di tutti gli animali. Allevamenti relativamente piccoli come il nostro costavano poco in termini di risarcimento alla collettività, ma ci furono casi nel 2001 e primi mesi del 2002 anche nella nostra regione dove in presenza di un solo ovino ammalato si dovettero uccidere anche più di 1.000 capi sani. La cosa si capì finalmente che costava troppo, costava più che fare la selezione genetica testando tutti i montoni degli allevamenti e sacrificando eventualmente quelli idonei. La Regione Emilia Romagna nel gennaio 2003 fu una delle prime a legiferare autonomamente su questa materia introducendo le nuove normative più rispettose sia delle casse pubbliche che della vita degli animali.

Purtroppo sei mesi troppo tardi per noi. Le nostre pecore, sane, pagarono con la vita quelle scelte legislative, immorali viste dal punto di vista del rispetto della loro vita. Noi infatti cascammo dentro al periodo breve nel quale fu operativa l'altra forma di controllo della Scrapie, quella drastica. Fummo veramente sfortunati. Ll'ovino che fu riscontrato ammalato di Scrapie era morto per cause diverse e non proveniva dal nostro allevamento originario. Era stato introdotto nel nostro gregge solo da pochi mesi, dopo un suo acquisto da un altro allevatore nel nostro passaggio dalla tipologia di allevamento solo carne a carne + latte, quando avevamo appena finito di fare tutti gli investimenti necessari per legge per la caseificazione e la vendita. Dal momento che c'era stato una promiscuità dei nostri animali da carne (pecore Suffolk di elevato valore da noi selezionate in 13 anni di allevamento) con quegli animali da latte acquistati (tra i quali quello morto per cause naturali e poi trovato ammalato alla Scrapie) tutti gli animali presenti dovettero essere uccisi dai veterinari dell'AUSL. All'esame delle cellule cerebrali di tutti gli animali uccisi, solo un'altro fu trovato positivo, anche questo acquistato e non originario.

I capi furono risarciti per il loro giusto valore ed in tempi accettabili dalla Regione Emilia Romagna. Da quel punto di vista non ci fu niente da recriminare da parte nostra. L' Amministrazione Comunale ed il Servizio Veterinario di Pavullo lavorarono veramente al meglio delle loro possibilità per minimizzare i nostri danni. Ma l'azienda subì comunque un pesantissimo contraccolpo, soprattutto nell'entusiasmo di chi ci aveva lavorato, ed ebbe pesantissime ricadute sulla clientela che si era coltivata negli anni, dovendo in pratica ricominciare da capo dopo 6 mesi. Anzi, si trovò in una situazione peggiore che iniziare da zero, vista la pubblicità negativa che si portava dietro quella malattia in quegli anni.