Operazione 1

È importante che i pali siano di legno non marcescibile. Una essenza che può andar bene è la robinia (acacia) ma il migliore in assoluto è il legno di castagno. A condizione che gli alberi siano cresciuti molto lentamente, meglio se in una zona all’ombra, e tagliati “a luna buona”. Legno di castagno proveniente da boschi cresciuti velocemente su terreni troppo fertili potrebbero avere una durata molto molto inferiore. Conviene acquistare il legname già tagliato a misura di 250 cm. Per ottimizzare i lavori successivi può essere utile – una volta scaricata la massa nel cortile – dividerla subito in quattro diverse cataste dove in ciascuna verranno messi tronchi di diametro simile (piccoli, medi, grossi, molto grossi). In alternativa si può procedere alla suddivisione dei pali a seconda del loro diametro man mano che viene fatta loro la punta, accatastando ognuno nel rispettivo gruppo.
Dividere i pali a seconda della loro dimensione è importante da un punto di vista estetico per realizzare tratti di recinzione con pali di diametro uniforme. Ma anche per poterli usare meglio a seconda delle situazioni. I pali più sottili vanno tenuti per i tratti dove non c’è altra alternativa che piantarli a mano. Quelli molto grossi per i cancelli o per gli angoli nelle recinzioni.

Operazione 2

I tronchi molto grossi vanno spaccati in due o in quattro per ottenere pali di dimensioni normali. Questi pali ottenuti dalla spaccatura dei tronchi solitamente sono anche più resistenti alla marcescenza rispetto ai pali rotondi. Per spaccare i pali si possono usare dei cunei specifici in metallo picchiati all’interno del legno con una grossa mazza, meglio se prima è stato scavato con motosega un solco ben rettilineo. Oppure possono segati per tutta la loro sezione direttamente con la motosega, senza usare cunei.

Operazione 3

Grazie ad un cavalletto metallico molto robusto, e meglio con l’aiuto di qualcuno per tenerli fermi e girarli, si fa la punta ai pali con il motosega.
I pali che si presentano un po’ storti possono essere raddrizzati tagliando la punta adeguatamente.

Operazione 4

Per ottenere la massima durata nel tempo è consigliabile fare un trattamento al piede.
Prima occorre togliere la corteccia nella parte bassa del palo con un apposito attrezzo manuale.

Operazione 5

Il miglior trattamento conservativo sarebbe quelli di bruciare la parte esterna della punta del palo (non sporcarla solo di fumo, bruciarla proprio un po’…)
Ma questa è una operazione molto onerosa in termini di tempo e richiede anche uno spazio idoneo ove fare il fuoco, lontano da tutto.
In alternativa si può procedere ad un trattamento con sostanze impermeabilizzanti.
Si può dare a pennello, quasi inefficace. Oppure come abbiamo fatto noi per alcuni tratti di recinzione mediante immersione della punta del palo in un tubo tenuto sempre pieno di una emulsione di olio motore bruciato e bitume.
I pali di castagno hanno comunque una lunga durata nel tempo anche senza l’operazione 04 e 05. Per quanto ci riguarda, con la nostra esperienza abbiamo deciso che alla fine non ne valga la pena. Considerato il tempo che serve per pulire dalla corteccia la parte da trattare e per fare il trattamento, considerato quello che costa un palo e vista la differenza di durata tra pali non trattati e pali trattati… conviene piantare i pali così come sono, senza alcun trattamento, anche se andranno poi cambiati un po’ prima. Oppure, meglio, mettere subito pali più grossi e amen.