marzo
Nel marzo 2018 la Regione Emilia-Romagna interviene nuovamente sulle norme circa gli indennizzi per i danni da animali selvatici. Con una unica delibera di Giunta Regionale (n.364 del 12 marzo 2018) si stabiliscono norme comuni sia per i risarcimenti generali secondo le leggi sulla caccia, sia per quelli specifici agli allevamenti per i predatori previsti dalle leggi sul controllo della popolazione canina. Non si parla più di risarcimenti danni ma tutto viene inquadrato tra quelli che per la CE sono aiuti di Stato verso rischi di impresa. Si ribadisce l’esclusione degli aiuti in caso di mancanza di prevenzione. La tipologia delle opere necessarie negli allevamenti viene stabilita questa volta in modo molto puntuale e specifico. I risarcimenti per i capi uccisi vengono erogati solo se gli allevatori hanno fatto recinzioni anti-lupo esattamente come da indicazioni tecniche stabilite nella delibera dell’Ente, ed hanno cani da guardia nel gregge. Sono le opere di prevenzione già viste in Toscana nel 2008 ed oggetto di timidi finanziamenti regionali dal 2014. Opere che io contesto, da sempre, come inefficaci e troppo costose sia in termini di realizzazione che manutenzione. Nello stesso tempo sono azzerate alcune delle conquiste ottenute nel dicembre 2008: le spese di smaltimento obbligatorie delle carcasse ad esempio non vengono più pagate. Vengono pagate però parte delle spese veterinarie per la cura degli animali feriti che non erano mai state incluse in precedenza.
maggio
settembre
novembre
febbraio
febbraio-dicembre
marzo
Considerandomi ormai un vero esperto di recinzioni, nella primavera 2019 riprovo una pacificazione con la mia Regione riproponendo alla Direzione Agricoltura la possibilità di utilizzarmi come funzionario interno dell’Ente per assistere gli altri pastori nella realizzazione dei sistemi di protezione, mettendo anche la mia azienda a disposizione gratuita come “azienda modello”. In cambio chiedo soprattutto delle scuse dall’Ente per tutto quanto “non ha fatto” per me fino ad allora. E un finanziamento – a posteriori – per quello che ho dovuto fare fino a quel momento tutto a mie spese. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto la risposta negativa è scontata: tutti i canali di aiuto previsti non consentono finanziamenti per opere già realizzate. Per quanto riguarda invece il mio utilizzo come tecnico a favore degli altri allevatori la Regione non è interessata. Il motivo è sempre lo stesso: sono un funzionario part-time, sarebbe necessario un tecnico a tempo pieno. Decido allora di condividere la mia esperienza con gli altri mettendo cartelli stradali sui miei recinti sulla strada fondovalle per offrire consulenze gratuite a chi vorrebbe realizzarne dei simili. Faccio anche preparare da un disegnatore professionista un logo simpatico per un comitato di coordinamento tra varie associazioni di difesa rurale verso i grandi predatori, una idea che poi non metterò mai in pratica. Insieme ad un amico Presidente di una associazione ONLUS per piccoli animali preparo anche una petizione online. L’idea è quella di convincere proprio gli animalisti amanti del lupo a chiedere al Governo maggiori responsabilità dello Stato in tema di risarcimenti danni per animali selvatici, così che cessino le proteste per l’attuale stato di cose. In questo modo si potrebbe garantire una migliore protezione del lupo, altrimenti a rischio di bracconaggio. O a rischio per cambiamenti nelle norme che ne consentano abbattimenti legali. La mia iniziativa però non avrà successo, la petizione online non riesce a decollare.
marzo
Con finanziamenti comunitari LIFE per un importo di 499.500 Euro viene finanziata una associazione privata per uno studio sulle soluzioni atte a diminuire il conflitto, ormai anche sociale, generato dal ritorno del lupo. Il contratto di servizio 07.027739/2017/771819/SER/ENV. D.3 per la Commissione Europea consente all’Istituto di Ecologia Applicata di Roma un lavoro incentrato sulla provincia di Grosseto che però ha una valenza trasversale in tutti i contesti. Vengono previsti tavoli di lavoro di tutte le rappresentanze sociali (animalisti, agricoltori, cacciatori, enti pubblici ecc…) e proposte soluzioni. Il materiale migliore prodotto da questo progetto è un manuale sulle modalità di recinzioni e per la difesa attiva con i cani. Oggettivamente è ben fatto, soprattutto nella parte che riguarda i cani. Anche se molte soluzioni proposte per le recinzioni continuano a mio avviso ad essere sbagliate. Di rilievo però una cosa: guarda il caso, il Presidente della associazione incaricata del progetto LIFE è il massimo “amante dei lupi” presente in Italia negli ultimi 50 anni. Luigi Boitani, esperto di quella specie fin dall’epoca della pubblicazione del WWF Panda del 1977 che ho citato all’inizio della mia Storia. Presidente anche della Large Carnivore Iniziative Europe – LCIE (una branca della UICN – organizzazione internazionale di accordi tra 160 Stati nel mondo sulla conservazione della natura) che si pone come organo tecnico consultivo della Commissione Europea quando si tratta di prendere decisioni sul tema lupo.
aprile-dicembre
Nel corso del 2019 il problema della predazione sui cani domestici continua e si aggrava. In altre zone di Italia diventano molto frequenti casi di aggressioni alle mucche al pascolo, non solo a vitellini. In Veneto (Asiago e Lessinia, in particolare). Ma anche in Romagna, ed anche nel mio appennino.
Terminato di sistemare il sistema anti-scavo a casa mia LA STORIA SEMBRA FINALMENTE FINITA. I lupi non entrano più nei miei terreni per quasi cinque anni. Non accadono più predazioni dalla fine di febbraio 2019 a fine ottobre 2023. Il gregge ritorna a superare le cinquanta unità. Tutt’attorno continua il finimondo.
Continuano i casi di predazione su cani domestici e da caccia. Vengono interessati da predazioni anche animali come equini allevati per motivi sportivi. Non sono di proprietà di imprenditori agricoli e questo impedisce alla Regione di poter concedere loro degli aiuti. Le forze di opposizione presentano ennesime interrogazioni in aula. Le risposte sono sconcertanti: sta andando tutto bene, secondo gli amministratori regionali si è in presenza di un “modello virtuoso che ha permesso, fatti salvi alcuni casi, l’instaurarsi di un equilibrio rispetto alla presenza del predatore e il comparto zootecnico”. “Per quanto riguarda la possibilità di indennizzare soggetti diversi dagli imprenditori agricoli sono necessari approfondimenti giuridici che si stanno realizzando presso gli uffici competenti”.
ottobre
settembre
settembre
ottobre
ottobre
Pensato ad un semplice miglioramento alla recinzione che potrebbe impedire successive rotture da parte degli istrici (un filo elettrificato anche a 20 e 40 cm dal suolo all’esterno della recinzione) chiedo alla Regione una deroga circa l’agricoltura biologica. Questo per poter mantenere lungo la recinzione un minimo spazio diserbato che impedisca alla vegetazione di interferire con il recinto elettrico senza una impossibile manutenzione continua. Purtroppo la Regione mi deve rispondere negativamente: non sono previste dalla CE deroghe alle aziende BIO per casi di questo tipo.
A questo punto l’unica soluzione veramente efficace rimane quella di irrobustire almeno tutta la parte più bassa della recinzione, lungo tutto il perimetro di tre chilometri, con reti più grosse. Tornano valide in parte le soluzioni proposte dagli esperti che io invece contestavo: la mia rete non è abbastanza robusta. Che siano i lupi a romperla o gli istrici non fa differenza. La spesa preventivata è di almeno 6.000 euro solo per l’acquisto dei materiali, a cui aggiungere almeno un centinaio di ore (forse di più) di manodopera.
novembre-dicembre
novembre
dicembre

dicembre
Non ho ancora deciso cosa farò circa le modifiche ulteriori ai miei recinti e se proseguirò o meno l’attività di allevamento. Intanto, per avere più tempo a disposizione, anche se mi mancavano solo pochi anni per la pensione, ho lasciato il mio storico lavoro nell’Ente Pubblico.
La mia “storia con i lupi” iniziata nel 2005 non è quindi ancora finita…