2018

gennaio

Per replica a quel modo di vedere le cose installo all’interno dei miei recinti ben visibile dalla strada fondovalle, un nuovo grande cartello polemico (QUI DENTRO PECORE PROTETTE, GODETEVI I LUPI CHE CI SONO LI FUORI).
2018

marzo

Nel marzo 2018 la Regione Emilia-Romagna interviene nuovamente sulle norme circa gli indennizzi per i danni da animali selvatici. Con una unica delibera di Giunta Regionale (n.364 del 12 marzo 2018) si stabiliscono norme comuni sia per i risarcimenti generali secondo le leggi sulla caccia, sia per quelli specifici agli allevamenti per i predatori previsti dalle leggi sul controllo della popolazione canina. Non si parla più di risarcimenti danni ma tutto viene inquadrato tra quelli che per la CE sono aiuti di Stato verso rischi di impresa. Si ribadisce l’esclusione degli aiuti in caso di mancanza di prevenzione. La tipologia delle opere necessarie negli allevamenti viene stabilita questa volta in modo molto puntuale e specifico. I risarcimenti per i capi uccisi vengono erogati solo se gli allevatori hanno fatto recinzioni anti-lupo esattamente come da indicazioni tecniche stabilite nella delibera dell’Ente, ed hanno cani da guardia nel gregge. Sono le opere di prevenzione già viste in Toscana nel 2008 ed oggetto di timidi finanziamenti regionali dal 2014. Opere che io contesto, da sempre, come inefficaci e troppo costose sia in termini di realizzazione che manutenzione. Nello stesso tempo sono azzerate alcune delle conquiste ottenute nel dicembre 2008: le spese di smaltimento obbligatorie delle carcasse ad esempio non vengono più pagate. Vengono pagate però parte delle spese veterinarie per la cura degli animali feriti che non erano mai state incluse in precedenza.

2018

maggio

Per reazione a questo modo di inquadrare la questione, durante la campagna elettorale nazionale del 2018 cerco di interessare al tema dei risarcimenti i candidati dei diversi schieramenti politici. Sono convinto che fino a quando gli aiuti saranno lasciati alla discrezionalità degli Enti non si troverà mai una soluzione, perché solo toccando il portafoglio pubblico in maniera importante con veri risarcimenti danni qualcuno al potere arriverà a volere che le cose cambino. Servono a mio avviso leggi che inchiodino gli Enti gestori della fauna selvatica a responsabilità sulla stessa più stringenti, responsabilità verso gli altri come quelle che ha sempre un cittadino privato proprietario di animali. Non ottengo alcun risultato, nessuno dei candidati si interessa seriamente della questione. Però scopro che le associazioni agricole hanno iniziato a muoversi in quella direzione in maniera più determinata. In particolare la CIA prepara una articolata proposta di modifica della legge nazionale sulla caccia che se, approvata, potrebbe sensibilmente migliorare le cose per gli allevatori. Si chiede soprattutto di parlare di gestione della fauna e non solo di protezione. (La proposta di legge verrà presentata al Governo nel 2020-2021 ma purtroppo solo una minima parte delle loro richieste troverà soddisfazione in modifiche della legge, approvate con legge di bilancio nel 2023).
2018

settembre

I problemi provocati da lupi intanto sono aumentati a dismisura. Gli attacchi non riguardano più solo gli allevatori o i cittadini di montagna come me. Nella mia regione la colonizzazione è arrivata nelle pianure, coinvolge i centri urbani. Sono sempre di più i casi di predazione sui cagnolini domestici all’interno dei giardini privati, che in montagna erano iniziati già da alcuni anni. Vengono presentate ennesime interrogazioni in Consiglio Regionale.
2018

novembre

Nel novembre 2018 monta di nuovo la mia rabbia. Un centro modenese nato qualche anno prima per il salvataggio di animali selvatici protetti trovati feriti per cause legate ad attività umane (incidenti stradali, caccia) inizia a curare anche esemplari di lupo trovati ammalati per cause naturali. Dopo averli curati questi vengono reimmessi in libertà. Il centro riceve cospicui finanziamenti pubblici, oltre che privati, e viene “coccolato” dai politici locali in cerca di voti. Protesto verso le autorità con lettere aperte molto taglienti con le quali chiedo che siano vietati interventi su animali selvatici in difficoltà per cause non attribuibili all’uomo. Dal mio punto di vista “ambientalista” sono processi normali di selezione delle specie che sono indispensabili in natura e l’uomo non deve interferire. Soprattutto non lo deve fare con animali che poi, una volta salvati e liberati di nuovo, finiscono per diventare molto pericolosi avendo perso la paura dell’uomo.
2019

febbraio

Nel febbraio 2019 una nuova aggressione con due pecore morte. Questa volta i lupi sono entrati da sotto le reti, allargando passaggi creati da istrici e tassi. Dei mastini abruzzesi a difendere il gregge ce ne sarebbero ancora quattro, ma evidentemente non sono con le pecore quando serve. Anche in quella occasione non chiedo alcun risarcimento.
2019

febbraio-dicembre

Sempre più determinato a ritornare tranquillo con i miei animali al pascolo, costi ormai quel che costi inizio un lavoro molto oneroso ed estremamente faticoso: metto al piede della recinzione di tutto il perimetro una rete elettrosaldata in orizzontale sul terreno fermata con lunghi ferri ad uncino, per impedire lo scavo. Riuscirò a completare il tutto solo verso la fine del 2019.
2019

marzo

Considerandomi ormai un vero esperto di recinzioni, nella primavera 2019 riprovo una pacificazione con la mia Regione riproponendo alla Direzione Agricoltura la possibilità di utilizzarmi come funzionario interno dell’Ente per assistere gli altri pastori nella realizzazione dei sistemi di protezione, mettendo anche la mia azienda a disposizione gratuita come “azienda modello”. In cambio chiedo soprattutto delle scuse dall’Ente per tutto quanto “non ha fatto” per me fino ad allora. E un finanziamento – a posteriori – per quello che ho dovuto fare fino a quel momento tutto a mie spese. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto la risposta negativa è scontata: tutti i canali di aiuto previsti non consentono finanziamenti per opere già realizzate. Per quanto riguarda invece il mio utilizzo come tecnico a favore degli altri allevatori la Regione non è interessata. Il motivo è sempre lo stesso: sono un funzionario part-time, sarebbe necessario un tecnico a tempo pieno. Decido allora di condividere la mia esperienza con gli altri mettendo cartelli stradali sui miei recinti sulla strada fondovalle per offrire consulenze gratuite a chi vorrebbe realizzarne dei simili. Faccio anche preparare da un disegnatore professionista un logo simpatico per un comitato di coordinamento tra varie associazioni di difesa rurale verso i grandi predatori, una idea che poi non metterò mai in pratica. Insieme ad un amico Presidente di una associazione ONLUS per piccoli animali preparo anche una petizione online. L’idea è quella di convincere proprio gli animalisti amanti del lupo a chiedere al Governo maggiori responsabilità dello Stato in tema di risarcimenti danni per animali selvatici, così che cessino le proteste per l’attuale stato di cose. In questo modo si potrebbe garantire una migliore protezione del lupo, altrimenti a rischio di bracconaggio. O a rischio per cambiamenti nelle norme che ne consentano abbattimenti legali. La mia iniziativa però non avrà successo, la petizione online non riesce a decollare.

2019

marzo

Nello stesso tempo però (marzo 2019) l’Ente stanzia fondi a favore di esperti esterni per fornire le “consulenze” agli allevatori su come difendersi dai lupi con opere di protezione. Gli esperti, guarda caso, fanno sempre parte di quella compagine animal-ambientalista che su altri tavoli continua a sostenere che la convivenza tra allevatori e lupi è facile e non vi è alcun bisogno di controllare il numero dei lupi. Le opere che questi esperti vanno a consigliare sono sempre quelle che io contesto: Inefficaci e troppo onerose in termini di manutenzione quelle elettriche, troppo impattanti sul paesaggio e troppo costose quelle metalliche, con accorgimenti tecnici anti-scavalcamento e anti-scavo sbagliati.
2019

Con finanziamenti comunitari LIFE per un importo di 499.500 Euro viene finanziata una associazione privata per uno studio sulle soluzioni atte a diminuire il conflitto, ormai anche sociale, generato dal ritorno del lupo. Il contratto di servizio 07.027739/2017/771819/SER/ENV. D.3 per la Commissione Europea consente all’Istituto di Ecologia Applicata di Roma un lavoro incentrato sulla provincia di Grosseto che però ha una valenza trasversale in tutti i contesti. Vengono previsti tavoli di lavoro di tutte le rappresentanze sociali (animalisti, agricoltori, cacciatori, enti pubblici ecc…) e proposte soluzioni. Il materiale migliore prodotto da questo progetto è un manuale sulle modalità di recinzioni e per la difesa attiva con i cani. Oggettivamente è ben fatto, soprattutto nella parte che riguarda i cani. Anche se molte soluzioni proposte per le recinzioni continuano a mio avviso ad essere sbagliate. Di rilievo però una cosa: guarda il caso, il Presidente della associazione incaricata del progetto LIFE è il massimo “amante dei lupi” presente in Italia negli ultimi 50 anni. Luigi Boitani, esperto di quella specie fin dall’epoca della pubblicazione del WWF Panda del 1977 che ho citato all’inizio della mia Storia. Presidente anche della Large Carnivore Iniziative Europe – LCIE (una branca della UICN – organizzazione internazionale di accordi tra 160 Stati nel mondo sulla conservazione della natura) che si pone come organo tecnico consultivo della Commissione Europea quando si tratta di prendere decisioni sul tema lupo.

2019

aprile-dicembre

Nel corso del 2019 il problema della predazione sui cani domestici continua e si aggrava. In altre zone di Italia diventano molto frequenti casi di aggressioni alle mucche al pascolo, non solo a vitellini. In Veneto (Asiago e Lessinia, in particolare). Ma anche in Romagna, ed anche nel mio appennino.
Terminato di sistemare il sistema anti-scavo a casa mia LA STORIA SEMBRA FINALMENTE FINITA. I lupi non entrano più nei miei terreni per quasi cinque anni. Non accadono più predazioni dalla fine di febbraio 2019 a fine ottobre 2023. Il gregge ritorna a superare le cinquanta unità. Tutt’attorno continua il finimondo.

2021
Nel 2021 provo per la terza volta a propormi all’Ente come tecnico esperto di recinzioni a favore degli altri allevatori. Scrivo lettere al Direttore Generale Agricoltura, all’Assessore Agricoltura, al Governatore della Regione. Mi rendo disponibile a restare a fianco agli allevatori anche nel periodo che non sono in servizio nell’Ente, da esterno. Scrivo anche ai responsabili di un siti web nazionale per la “convivenza” tra allevatori e lupi. Ci tengo a far presente per quale motivo le recinzioni con gli accorgimenti tecnici come ho inventato io sono da preferire a quelle consigliate fino a quel momento, dettagliando punto per punto. Mi propongo anche ad un centro di formazione agricola come tecnico per organizzare un corso su come realizzare le recinzioni anti-lupo. Non ottengo alcuna risposta positiva, da nessuno.
2021
Mi rassegno di nuovo all’idea di dover condividere la mia esperienza con gli altri facendo da solo. Creo su youtube un canale dell’azienda agricola nel quale pubblico decine e decine di video-tutorial su come si realizzano le recinzioni, ed un vero e proprio manuale di istruzioni nel mio sito internet. Nessuno dei consulenti “esterni” pagati dalla Regione si presenta a casa mia tra il 2019 e il 2023 per valutare l’efficacia di questi sistemi diversi da quelli proposti da loro. Ho però almeno la soddisfazione di vedere un agricoltore della mia zona accedere ai finanziamenti pubblici nel 2022 e 2023 per la realizzazione di recinzioni identiche al 100% alle mie. Evidentemente i tecnici regionali che lavorano sul campo hanno capito concretamente la loro efficacia nonostante la Regione non sia ancora arrivata a riconoscerla ufficialmente.
2022

Continuano i casi di predazione su cani domestici e da caccia. Vengono interessati da predazioni anche animali come equini allevati per motivi sportivi. Non sono di proprietà di imprenditori agricoli e questo impedisce alla Regione di poter concedere loro degli aiuti. Le forze di opposizione presentano ennesime interrogazioni in aula. Le risposte sono sconcertanti: sta andando tutto bene, secondo gli amministratori regionali si è in presenza di un “modello virtuoso che ha permesso, fatti salvi alcuni casi, l’instaurarsi di un equilibrio rispetto alla presenza del predatore e il comparto zootecnico”. “Per quanto riguarda la possibilità di indennizzare soggetti diversi dagli imprenditori agricoli sono necessari approfondimenti giuridici che si stanno realizzando presso gli uffici competenti”.

2022
Nel mentre cambia anche un poco l’orientamento della magistratura sul tema della responsabilità degli Enti per i danni provocati alle colture e agli allevamenti dalla fauna selvatica. Dopo il 2019 con diverse sentenze alcuni Enti pubblici in Italia vengono condannati a risarcire in toto gli allevatori per i danni da loro subiti. Non bastano più gli aiuti unilaterali stabiliti dagli Enti stessi. Il motivo va ricercato nel non aver gestito adeguatamente quella fauna.
2023

ottobre

Nell’ottobre 2023 purtroppo avviene un’altra strage nella mia fattoria. Vengono sbranate dieci pecore che si trovavano in una porzione di pascolo diventata esterna successivamente al 2019. Qui il sistema anti-scavo alla base non era ancora stato terminato e ci sono tracce evidenti che i lupi sono passati sotto alla rete. Anche questa volta non faccio nessuna richiesta di risarcimento alla Regione. Non voglio più sentire gli stessi discorsi da me sentiti nel giugno 2010 (visto che i lupi riuscivano ad entrare nei recinti allora il colpevole ero io…). In quell’inverno faccio il sistema anti-scavo anche li.
2024

settembre

Nel settembre 2024 un’ulteriore strage di ventidue pecore. Questa volta dentro al recinto che aveva resistito agli ingressi dal 2019. Non ci sono prove certe che mi permettono di capire da dove i lupi siano entrati. Forse sotto le reti in un punto franato da un argine. O forse da un punto dove l’elettrificazione è stata tolta in attesa di ripristinare la recinzione travolta dalle acque abbondanti delle settimane precedenti.
2024

settembre

Questa volta il danno è molto alto. Prima di rinunciare per l’ennesima volta agli aiuti faccio una verifica presso gli uffici competenti. Trovo funzionari diversi con tutt’altra disponibilità e visione del problema rispetto al passato. Decido di chiedere l’aiuto e scrivo una accorata lettera alla Regione Emilia-Romagna, riconoscendo che qualcosa negli anni è stato anche fatto ma serve fare molto di più.
2024

ottobre

Nell’ottobre 2024 un’altra aggressione. Tre pecore vengono uccise di cui una completamente mangiata. Questa volta scopro come il lupo è entrato: passando un buco nella rete causato da lui o da qualche altro animale. In quarant’anni di utilizzo, avevo viste rompere quelle reti solo da un cinghiale in corsa e da uno dei miei mastini abruzzesi che voleva raggiungere una cagna in calore (approfittando però di un punto in un cancello dove era stata lesionata inavvertitamente dalla pistola inchiodatrice). Sono così costretto a chiudere le pecore in stalla ed alimentarle con fieno, anche se fuori ci sarebbe ancora tanta erba gratis. Nel frattempo verificato puntualmente il gregge scopro che all’appello ne mancano altre tre. Il totale delle pecore uccise dal 22 settembre al 24 ottobre sale a 28. Si tratta del 42% del gregge presente in agosto 2024.
2024

ottobre

La sera stessa dopo l’uccisione delle tre pecore metto una video-trappola dove c’è il buco nella rete. Riesco così a filmare il lupo che entra di nuovo la mattina successiva all’agguato.
2024

ottobre

Chiudo il buco nella rete quella sera stessa. Il lupo torna, e rimane fuori, mentre la video-trappola continua a filmare. Il lupo non prova neanche a rompere la rete.
2024

ottobre

Visionando altri filmati di quei giorni di fine ottobre 2024, scopro che quasi sicuramente a rompere le reti sono gli istrici. Il lupo ne approfitta da vero opportunista.
2024

ottobre

Pensato ad un semplice miglioramento alla recinzione che potrebbe impedire successive rotture da parte degli istrici (un filo elettrificato anche a 20 e 40 cm dal suolo all’esterno della recinzione) chiedo alla Regione una deroga circa l’agricoltura biologica. Questo per poter mantenere lungo la recinzione un minimo spazio diserbato che impedisca alla vegetazione di interferire con il recinto elettrico senza una impossibile manutenzione continua. Purtroppo la Regione mi deve rispondere negativamente: non sono previste dalla CE deroghe alle aziende BIO per casi di questo tipo.
A questo punto l’unica soluzione veramente efficace rimane quella di irrobustire almeno tutta la parte più bassa della recinzione, lungo tutto il perimetro di tre chilometri, con reti più grosse. Tornano valide in parte le soluzioni proposte dagli esperti che io invece contestavo: la mia rete non è abbastanza robusta. Che siano i lupi a romperla o gli istrici non fa differenza. La spesa preventivata è di almeno 6.000 euro solo per l’acquisto dei materiali, a cui aggiungere almeno un centinaio di ore (forse di più) di manodopera.

2024

novembre-dicembre

Sono nuovamente molto molto arrabbiato. Nel mese di novembre e dicembre 2024 pubblico diverse inserzioni sulla mia pagina Facebook mirate a suscitare riflessioni nella cittadinanza ancora “neutrale” su questo tema. Realizzo post provocatori o divertenti, utilizzando anche immagini generate con software di Intelligenza Artificiale. Spiego in dettaglio a tutti i miei follower perché diventa antieconomico l’allevamento con la necessità di recinzioni anti-lupo. Mi spreco in lunghe discussioni con gli amanti dei lupi. Però, al contrario di quanto avvenuto nel 2017, quando tutti mi attaccavano per le mie posizioni, scopro che ora chi sta dalla mia parte sono veramente in tanti.
2024

novembre

A novembre 2024 acquisto anche una mezza pagina a pagamento su un quotidiano locale per dare voce a questi messaggi “provocatori”. Uno dei giornali più conosciuti sul territorio, dopo aver promesso la pubblicazione, all’ultimo momento però si tira indietro senza fornire spiegazioni ufficiali. Lasciandomi con l’idea che gran parte dei canali di informazione siano ancora estremamente allineati alla ideologia animalista come è stato negli ultimi vent’anni.
2024

dicembre

Il 3 dicembre 2024 avviene una svolta storica in tema di protezione del lupo, da anni richiesta a gran voce da migliaia di cittadini europei. Il Comitato Permanente della Commissione di Berna approva la proposta presentata dalla UE (con decisione del 24 settembre) di declassamento della protezione sulla specie, che passa da “strettamente protetta” a “protetta. Questo potrebbe consentire, meglio delle deroghe già previste, un controllo dei predatori laddove siano diventati problematici, pur garantendo un buon stato di conservazione della specie. Come fa da sempre, ad esempio, la Svizzera, che mai aveva sottoscritto quella convenzione. La misura dovrebbe andare in vigore il 7 marzo 2025, con la modifica delle legislazioni nazionali in materia e l’inizio di piani di controllo locali dove necessari. Contro questa decisione insorge tutto il mondo ambientalista che, forte dei loro adepti in posizioni di potere nei vari organi scientifici paralleli, finanziati dalla stessa UE, ne sostiene l’illegittimità presso il Tribunale dell’Unione Europea. La loro tesi è che la proposta del Consiglio Europeo al Comitato della Convenzione di Berna sarebbe stata una decisione “presa contro la scienza”, non essendo stata approvata da quei naturalisti. La volontà dei cittadini espressa attraverso i loro organi democratici elettivi deve stare, secondo loro, in secondo piano rispetto alle opinioni “scientifiche”.
2024

dicembre

Non ho ancora deciso cosa farò circa le modifiche ulteriori ai miei recinti e se proseguirò o meno l’attività di allevamento. Intanto, per avere più tempo a disposizione, anche se mi mancavano solo pochi anni per la pensione, ho lasciato il mio storico lavoro nell’Ente Pubblico.
La mia “storia con i lupi” iniziata nel 2005 non è quindi ancora finita…

Quando stai per abbandonare pensa al motivo per il quale avevi deciso di resistere…