2012

agosto

L’ultima pecora adulta rimasta tra quelle acquistata nel 2011 viene uccisa dai lupi in agosto 2012. Agli esami di routine dei veterinari AUSL viene trovata positiva ad una malattia, la SCRAPIE, che aveva già colpito la mia azienda nel 2002.
2012-2013

ottobre-giugno

Per normative precauzionali veterinarie, nonostante non esistano evidenze scientifiche di contagi per questa malattia, dopo un esame genetico nell’ottobre 2012 viene decretato l’abbattimento da parte dell’AUSL per cinque delle sei agnelle cresciute con i cani. Nulla valgono i miei tentativi di ottenere la loro salvezza in quanto mai venute a contatto con la pecora adulta ammalata. Nel dicembre 2012 quei cinque animali, ormai pecore gravide, vengono uccise dai veterinari. Al 31 dicembre 2012 il gregge di Casa Capuzzola conta una sola pecora. I mastini abruzzesi che avevo allevato insieme a loro rimangono senza il loro gregge.
Non mi arrendo, anche perché ormai ho preso i cani. A gennaio 2013 acquisto altre sei pecore da un allevatore biologico. Credo molto nella soluzione mastini abruzzesi, al punto di espormi pubblicamente con messaggi rassicuranti alla stampa di aver finalmente trovato la soluzione alle predazioni dei lupi. Nel 2013 infatti non subisco nessuna perdita. Ma scoprirò che c’è un motivo: le pecore sono solo sei, i miei cani sono diventati quattro, e basta il pascolo attorno a casa.

2013

luglio

Con la deliberazione dell’Assemblea Legislativa n.4030 del 2 luglio 2013 si definiscono in dettaglio i criteri di erogazione dei contributi per i danni da predazione, sempre ai sensi della L.R. 27/2000 sul controllo della popolazione canina. Il contributo viene portato dal 90% al 100% del valore medio di mercato dell’animale ucciso, ed è riconfermato il contributo di 100 euro per le spese di smaltimento (per ogni attacco) previsto dal 2008. Per la prima volta però viene prevista come causa di esclusione dagli aiuti “non ottemperanza all’azione di prevenzione indicate dalle Province, dell’inadeguato utilizzo dei materiali di prevenzione ovvero quando l’allevatore, pur avendo avuto consecutivamente nei tre anni precedenti ripetuti episodi di danni arrecati dalla stessa specie, non abbia provveduto in merito.” Se finora si era parlato di un generico obbligo di fare il possibile per proteggere i propri animali al pascolo dai predatori ai sensi del regolamento sul benessere animale, ora il responsabile delle predazioni è diventato ufficialmente l’allevatore e l’Ente Pubblico può esimersi dal pagare risarcimenti danni. La tipologia delle opere di protezione degli allevamenti non è chiaramente esplicitata. Si rimanda a decisioni delle Provincie e alle decisioni precedenti sulle caratteristiche delle difese alle coltivazioni agricole, specie elettrificate, contro daini, caprioli e cervi.
2013

settembre-novembre

Nel autunno del 2013 la Provincia di Modena inizia un progetto di difesa attiva con mastini abruzzesi ceduti in affido gratuito agli allevatori dopo averli acquistati in Toscana ed Abruzzo. Quei cani vengono proposti gratuitamente anche a me. Ma l’Ente è in ritardo di oltre un anno: i mastini io li ho già presi nella primavera 2012 e ne ho già allevati altri due. Ora avrei bisogno di vendere i miei cuccioli in zona per recuperare un po’ di spese, non di prenderne altri…
2014

gennaio

Nel gennaio 2014 la Provincia di Modena stanzia 25.000 € per azioni di monitoraggio della popolazione dei lupi e per azioni di informazione atte a far accettare alla popolazione il ritorno del predatore.
2014

marzo

Nel marzo 2014 ad un articolo stampa dell’Assessore Agricoltura che illustra le intenzioni della Regione per aiutare gli allevatori replico con una lettera aperta che è inaccettabile per un allevatore che si parli del lupo come di un normale rischio di impresa. Il lupo ha un proprietario, la collettività, e questa deve preoccuparsi che non faccia danni, e se li fa che li paghi, come un proprietario privato. E ricordo l’inutilità dei dissuasori acustici che la Regione pensa di finanziare agli allevatori come me.
2014

marzo

Sempre nel 2014 anche la Regione si muove per gli allevatori nella direzione della difesa attiva con i cani. Con apposite norme vengono stanziati fondi per l’acquisto dei mastini ed il loro affido gratuito agli allevatori. Le forze politiche di opposizione fanno una interrogazione in Consiglio sul tema. Provo ad offrire i miei cuccioli in vendita all’Ente, anche per avere un minimo di ritorno economico per le spese di alimentazione dei miei adulti, ma l’Ente decide diversamente: io non sono un esperto di quei cani (ed onestamente è anche vero).
2014

maggio

Ancora nella primavera del 2014 la Regione inizia a finanziare opere di protezione. Non mi trovo d’accordo sul tipo di recinzioni proposte: sono le stesse a mio avviso inefficaci e problematiche che ho già visto presso gli allevatori toscani nel febbraio 2008. Inoltre il massimo aiuto che viene previsto per una azienda delle dimensioni della mia è di soli 1.000 euro. La considero una elemosina e non faccio nemmeno domanda. (La verità è che tra il 2014 e il 2019 dovrò spendere circa 25.000 euro per adeguare le mie recinzioni e riuscire a stare tranquillo, almeno per i cinque anni successivi). Altri allevatori bolognesi ancora più esasperati di me nel maggio 2014 portano le pecore uccise dai lupi davanti al Consiglio Regionale (una gesto che avevo quasi deciso di fare anche io nel settembre 2008).
2014
L’opinione pubblica continua ad essere bombardata da messaggi rassicuranti a proposito del ritorno del lupo. Sui quotidiani, nelle riviste liberamente consultabili nelle sale di attesa dei medici veterinari, sui settimanali pubblicitari a diffusione gratuita.
2014

settembre-dicembre

Mentre all’interno dei recinti modificati in altezza, con dentro i cani, non avviene più nemmeno una predazione sulle pecore, nei recinti ancora da alzare e privi di cani nell’autunno 2014 i lupi mangiano per intero un’asina. Il risarcimento per quell’animale sarà pari circa alla metà del suo valore reale ed arriverà nell’estate 2016, dopo circa due anni. Decido per quel motivo che non chiederò mai più risarcimenti agli Enti. Il problema lupo me lo risolverò da solo e con le mie tasche.
Nello stesso tempo però i mastini abruzzesi, ormai adulti, iniziano ad uscire scavalcando le recinzioni esterne alte 130 centimetri. Non è vero che stanno sempre con le pecore… In poche ore da quando sono scappati spesso si trovano già a distanza di molti km da casa mia, con gente allarmata che chiama continuamente le autorità. E subisco anche sanzioni. Sono però ancora fermamente convinto che i cani siano la soluzione del problema e quindi, nonostante le ingenti spese necessarie, valga la pena modificare le recinzioni affinché loro smettano di uscire. Nell’inverno 2014 inizio ad alzare tutte le recinzioni ad almeno 180 centimetri, cambiando via via tutti i pali di legno e aggiungendo un metro di rete sopra a quella già esistente.

2015-2016
Nel 2015 e 2016 continuo ad alzare tutte le recinzioni a 180 cm, cambiando pali e aggiungendo rete. Le pecore sono solo una decina. I pascoli sufficienti sono ancora quelli attorno a casa. I miei mastini abruzzesi sempre quattro. Non avviene nemmeno una predazione. Fuori da casa mia continuano le stragi.
2016

gennaio

Nel gennaio 2016 per la prima volta mi propongo alla Regione Emilia-Romagna come tecnico interno dell’Ente per un incarico specifico sulle recinzioni a favore degli altri allevatori come me. Oltre che allevatore, dal 1985 infatti sono anche un loro funzionario, seppur a part-time stagionale. La proposta viene rifiutata. Il motivo è che io lavoro per loro solo quattro mesi all’anno e serve invece qualcuno a tempo pieno per dare quel supporto alle aziende.
2016

gennaio

Intanto la soluzione dei mastini abruzzesi come difesa attiva suscita reazioni discordanti. Ci sono allevatori che dicono di aver risolto, altri che non servono quasi a nulla e le predazioni continuano.
2016

marzo

Si verificano anche diversi casi di mastini uccisi dai lupi. Io sono ancora convinto che siano una buona soluzione e di nuovo mi espongo pubblicamente in tal senso.
2016

GIUGNO

La situazione sempre più grave per gli allevatori torna sui banchi dell’Assemblea Legislativa regionale grazie ad una interrogazione delle forze di opposizione.
2016

luglio

Nel luglio 2016 la Regione Emilia-Romagna, con un apposito bando ai sensi del Piano Regionale di Sviluppo Rurale, prevede finanziamenti per opere di protezione del bestiame al pascolo molto più consistenti di quanto previsto nel 2014. Il tipo di opere ammesse a finanziamento sono comunque sempre le stesse nelle quali io non credo assolutamente. Il lavoro di alzare tutte le recinzioni l’ho quasi terminato. E’ troppo tardi per me per poter usufruire di quei benefici, che le norme stabiliscono non poter essere retroattivi. Per obblighi della CE le procedure burocratiche per accedere a quegli aiuti sono molto complesse. Rimangono escluse dal finanziamento possibile le voci di spesa più importanti come la messa in opera dei materiali. Anche se fossi stato più indietro nella realizzazione delle mie opere di adeguamento dei recinti…avrei comunque deciso di non fare domanda.

2017

gennaio-marzo

Nei primi mesi del 2017 si parla finalmente di un PIANO LUPO NAZIONALE che dovrebbe prevedere anche abbattimenti nei casi più gravi. Questo sfruttando le deroghe alla Convenzione di Berna che altri Stati Europei hanno iniziato ad utilizzare. Le associazioni agricole appoggiano questa iniziativa. La Coldiretti copia anche la nostra antica provocazione (adotta un lupo, alleva una pecora) cercando di raccogliere fondi tra gli animalisti a favore della categoria degli allevatori.
2017

aprile

Contro il Piano Lupo insorgono tutte le associazioni ambientaliste ed animaliste e alla fine l’ISPRA, l’organo scientifico del ministero, da parere negativo e della idea di iniziare a controllare la popolazione dei lupi non se ne fa niente. L’Italia rimane uno dei pochi paesi in Europa a non fare ancora nulla per arginare il problema, mentre è quello che conta il maggior numero di esemplari anche se la superficie nazionale è molto più ridotta di altri.
2017

maggio-agosto

Nella primavera 2017 i lupi iniziano a predare dei cani domestici di normali cittadini. Non è più una questione riservata solo agli allevatori. Il problema è particolarmente sentito in un Comune vicino al mio, Prignano. Qui viene organizzato il 25 febbraio un convegno per tentare di placare gli animi tra i cittadini. Il mio intervento dal pubblico al termine della relazione degli esperti, forestali e veterinari è durissimo. Il lupo è una risorsa per la montagna solo come i ladri lo sono per chi costruisce porte blindate: gli unici che stanno guadagnando dal suo ritorno sono pochissime persone che di questo problema ne hanno fatto il proprio lavoro, a scapito di chi il proprio lavoro lo ha perso. E tanti altri argomenti tra i quali, il più importante: la confidenza dei lupi con l’uomo sta portando quegli animali selvatici ad ibridarsi con quelli domestici. È la stessa specie “canis lupus” ad avere danni da questa protezione anacronistica ed esagerata. Il lupo deve tornare ad avere paura dell’uomo e a stare lontano, là dove c’è la natura selvaggia e può avere un suo significato. Ma in quei giorni ci sono ancora animalisti che con dichiarazioni ai quotidiani sostengono che non sono lupi a fare stragi, ma sono cani.
Nel corso dell’estate 2017 termino di alzare tutte le mie recinzioni a 180 cm. il territorio di pascolamento dove possono stare pecore e cani ritorna ad essere molto vasto, come era nel 1990. I cani non escono più fuori dai recinti, ma stanno spesso in stalla quando le pecore sono al pascolo, o viceversa. Le pecore sono diventate una ventina.

2017

settembre

Due pecore sono di nuovo sbranate a fine settembre 2017. Scopro così che i lupi hanno scavalcato le reti. I cani non stavano con le pecore in quel momento, erano rimasti in stalla a dormire. Non faccio alcuna domanda di risarcimento. E mi rassegno all’idea che i cani abruzzesi in una azienda pastorizia senza custodia continua degli animali come la mia non sono la soluzione. Devo trovarne un’altra.
2017

ottobre

Nell’ottobre 2017, per evitare che i lupi scavalchino di nuovo le reti, installo sopra tutto il perimetro aziendale (oltre 2 chilometri) un filo elettrificato ad alta tensione (12.000 Volt). Il recinto diviene così invalicabile (a parte per qualche capriolo che riesco ancora a scavalcarlo) però va monitorato frequentemente, a causa di rami caduti o del vento che fa impigliare i fili tra loro.
2017

novembre

La rabbia e la frustrazione mi portano nel novembre 2017 a pubblicare un post sulla mia pagina Facebook che suscita molto scalpore e migliaia di condivisioni, anche all’estero, oltre a essere ripreso dalla stampa locale: da quel momento i miei prodotti non saranno più per tutti. Chi vorrà mangiare i miei prodotti genuini dovrà firmarmi una dichiarazione di sostegno agli allevatori nella vicenda lupi. Gli altri potranno continuare a servirsi nei supermercati con prodotti provenienti da agricoltura e allevamenti industriali. A seguito di quei post riceverò innumerevoli attacchi via social da animalisti e ambientalisti. Incluse minacce di morte, puntualmente denunciate alle autorità. Tutti quei fanatici ribadiscono che sono io che sto usurpando le terre dei lupi e sono io che me ne devo andare dalla montagna.