2008

aprile

Scrivo lettere ad associazioni agricole, ambientaliste, politici emergenti nazionali per far presente la situazione. Dopo 15 anni di intesa attività come responsabile nel Frignano del WWF (dal 1993) sentitomi tradito nei miei stessi ideali cesso la mia appartenenza a quella associazione e la mia partecipazione nelle sedute della Consulta Ambiente del mio Comune. Per preparami alla necessità di un probabile cambio di orientamento produttivo scrivo anche all’organismo di controllo sulla agricoltura biologica chiedendo di poter acquistare asini anche non biologici in sostituzione delle pecore, da vendersi tutte al più presto.

2008

maggio

La mia insistenza presso gli Enti di assumersi la responsabilità generale dei danni provocati dagli animali selvatici, di loro proprietà, e risarcire per quel motivo i danni in toto agli allevatori, come sarebbe obbligato a fare un qualsiasi proprietario privato di animali, ottiene l’effetto opposto rispetto a quanto auspicato. Con una delibera di Giunta Regionale (701 del 19 maggio 2008) sui meccanismi generali di risarcimento per i danni alle coltivazioni ed allevamenti agricoli dagli animali selvatici per la prima volta si specifica bene nella norma un vincolo (che poi sarà maggiormente sviluppato nelle decisioni successive dell’Ente) grazie” al quale in assenza della prevenzione svolta dall’agricoltore o allevatore (a sue spese, con minimi aiuti per l’acquisto del materiale) si perde il diritto ad ottenere gli aiuti pubblici. Fino a quel momento un concetto del genere (l’obbligo per l’allevatore di proteggere i suoi animali da predatori esterni) lo si poteva ritrovare solo tra le righe della normativa nazionale per il benessere animale, che comunque non risultava fosse mai stato applicato anche in aziende ad esempio Toscane che subivano predazioni continue da parte dei lupi ormai da dieci anni. I danni agli allevatori per colpa di animali predatori rimangono indennizzati secondo le norme della LR. 27/2000 (controllo della popolazione canina) definite nelle procedure dalle delibere consigliari 416/2002 e 32/2005.

2008

giugno

Per tutti i primi sei mesi del 2008 anche nelle aziende intorno alla mia si moltiplicano le stragi. L’opinione pubblica, di contro, è costantemente bombardata da messaggi rassicuranti che escludono l’esistenza di un’emergenza e minimizzano le responsabilità dei lupi…

2008

agosto

Nell’agosto 2008 ritornano i lupi con una nuova strage in azienda.

2008

settembre

Poco dopo, nel settembre 2008, accadono nella mia azienda altri drammatici episodi: vengono uccise in una notte sola tutte le 23 agnelle da rimonta tenute in una porzione di pascolo tra strada fondovalle e il fiume Panaro. Trattenendo a stento la voglia di azioni eclatanti (come quella di portare tutti i cadaveri degli animali ai piedi del Consiglio Regionale), offro una ricompensa pubblica di 1.000 euro a chiunque potesse aiutarmi a dimostrare alla Provincia la responsabilità diretta dei lupi.
2008

settembre

In assenza ancora di risposte concrete dalla compagine amministrativa al potere si muovono nuovamente le forze contrarie al governo provinciale e regionale con interpellanze e interrogazioni nei rispettivi Consigli nelle quali si chiede di nuovo di intervenire con maggiori risarcimenti e finanziamenti cospicui a tutela degli allevatori.
2008

ottobre

Un fotografo naturalista della zona mi offre in prestito, gratis, una foto-trappola. Metto pecore “esca” in una zona precisa dei pascoli e attendiamo. Tecnici dell’Ente vengono a supervisionare l’esperimento. Bastano pochi giorni ed una lupa viene fotografata Nell’ottobre 2008 la Provincia è così costretta ad ammettere la responsabilità dei lupi.
2008

ottobre

Alla fine di ottobre 2008 la Provincia di Modena mostra così disponibilità a finanziare una modifica alle mie recinzioni per provare a tenere fuori i predatori. Presento un progetto di massima e preventivi di ditte che potrebbero fornirmi immediatamente il materiale. Ma mi viene risposto che i tempi per avere il finanziamento saranno lunghi, essendo indispensabili molteplici passaggi burocratici. Avevo sperato di riuscire così a risolvere presto il problema ma torno dentro a una profonda amarezza.
2008

dicembre

Nel dicembre 2008 ottengo un minimo risultato: con una delibera di Giunta Regionale (207 del 16/12/2008) vengono modificati i criteri per i risarcimenti stabiliti dalle delibere del 2002 e 2005. Il valore dei capi per stabilire l’indennizzo rimane al 90% del valore di mercato ma viene previsto anche un aiuto sulle spese di smaltimento, prima non incluse. A differenza di quanto previsto nelle norme sui danni generali all’agricoltura indennizzate secondo le leggi sulla caccia, non viene prevista come causa esplicita di esclusione di questi particolari aiuti la mancanza di opere di prevenzione. Nella delibera di Giunta c’è però un primo richiamo, nelle premesse, all’obbligo della tutela dai predatori secondo i disposti delle norme del 2001 sul benessere animale.

2008

dicembre

Sempre nel dicembre 2008 vengono erogati gli aiuti per le predazioni avvenute lo stesso’autunno. La cifra è importante seppur insufficiente a coprire i danni reali. Ma posso constatare un impegno straordinario dei funzionari della Provincia affinché almeno l’erogazione avvenisse nel più breve tempo possibile.
2009

gennaio - dicembre

L’anno 2009 è relativamente tranquillo. Sono uccise dai lupi solo 4 pecore. Vivo soprattutto l’amarezza di vedermi decurtato di migliaia di euro di contributi pubblici per agricoltura biologica per effetto della riduzione del numero degli animali pascolanti.
Nel settembre 2009 la Provincia di Modena mi avvisa telefonicamente l’imminente disponibilità del materiale per modificare le recinzioni. Accade in una giornata nella quale sono particolarmente afflitto. La mia risposta è che non sono più sicuro di voler fare quelle opere, ma che comunque quando sarà pronto mi facciano sapere. Nei mesi successivi non segue nessun’altra comunicazione dall’Ente. Il gregge ormai si è ridotto di un quarto rispetto a quello che era nel 2006.

2010

maggio

A maggio 2010 ricominciano stragi a distanza ravvicinata di qualche giorno l’una dall’altra. Provo a spostare le pecore sempre più vicino a casa, fino ai cortili del frutteto e del vigneto a lato e sotto l’abitazione. Il lupi devono superare almeno tre diverse recinzioni per arrivare fino a li. Ciò comunque non gli impedisce di entrare. La mia azienda viene anche messa sotto sequestro sanitario per via di pecore morsicate.
2010

giugno

I primi giorni di giugno 2010 mi arriva la chiusura istruttoria per gli aiuti alle predazioni 2009. Le spese di smaltimento non mi sono state pagate (al momento di fare la domanda non sapevo che la Regione aveva deliberato in quel senso). Il funzionario della Provincia, mio collega di lavoro da oltre 20 anni, non si era preoccupato di chiedermi una integrazione per potermi pagare anche quelle. Dopo una tremenda litigata telefonica con lui, scrivo una vibrata mail di protesta all’Assessore Provinciale Agricoltura. Chiedo chiarimenti sulle procedure ma tra le righe mi lamento anche ufficialmente del comportamento di quel funzionario/collega.

2010

giugno

Il 21 giugno 2010 i veterinari AUSL insieme al tecnico della Provincia del quale mi ero lamentato con l’Assessore qualche giorno prima mi DIFFIDANO A TROVARE UNA SOLUZIONE ALTRIMENTI VERRÒ DENUNCIATO PER MALTRATTAMENTO DELLE PECORE ai sensi del D.lgs del 2001 sul benessere animale (l’art.12, che ho già spiegato). Non era mai successo prima, probabilmente in tutta Italia, che in caso di predazioni ad un allevatore venisse fatto un ragionamento del genere. E credo non sia mai più accaduto. Anche ora, a distanza di 15 anni, nessuno mi toglie dalla testa che fu una ritorsione a carattere personale di quel funzionario per quella mia lamentela su di lui, che i veterinari assecondarono. La misura del mio sdegno è colma: due giorni dopo regalo tutti gli animali rimasti ad un pastore di altra zona. La stampa da molta visibilità alla mia vicenda.

2010

giugno

Nello stesso giorno che ho avuto la diffida di maltrattamento delle pecore, per un’incredibile coincidenza del destino arriva la comunicazione della Provincia di Modena che il materiale per modificare i recinti chiesto in ottobre 2008 è pronto da ritirare. Una telefonata alla ditta indicata nella lettera e scopro che il materiale è nel loro magazzino pronto per il ritiro fin da novembre 2009. Chiedo spiegazioni in Provincia e mi rispondono che, dopo la telefonata del settembre 2009, avevano capito che io non fossi più interessato alla realizzazione di quelle opere. La lettera mi era stata inviata solo come ultimo atto del procedimento, giusto per chiuderlo.
2010

giugno

Negli stessi giorni di giugno, dopo aver già regalato tutte le pecore rimaste, ricevo risposta negativa dalla Comunità Montana del Frignano alla mia richiesta di due anni prima di poter chiudere l’azienda. Secondo l’Ente pubblico dai lupi ci si può difendere facilmente. Mi ritrovo obbligato a continuare per non dover restituire decine di migliaia di euro.
2010

luglio

Luglio 2010: per poter continuare come allevatore decido di acquistare animali diversi, nello specifico degli asini, che dovrebbero essere più resistenti ai predatori. Installo polemici cartelli sulle strade al posto di quelli che c’erano ormai da 25 anni.
2010

luglio

A fine luglio 2010 un’importante rivista nazionale specializzata del settore caseario pubblica un lungo servizio sulla mia storia. Allo stesso modo la vicenda viene raccontata nel sito di una grande associazione nazionale in difesa della vita rurale.

2010

ottobre

A fine ottobre 2010 sono invitato a raccontare quanto era accaduto ai partecipanti ad un convegno organizzato dall’università e dalla Regione Piemonte sul tema della salvaguardia della pastorizia. Segue un altro convegno simile in Lombardia. Le platee dei presenti rimangono scioccata dal racconto di quanto è successo, soprattutto per le azioni dei funzionari pubblici della mia zona. Sono presenti anche gli Amministratori regionali di quei territori, che promettono ai pastori presenti tutt’altro rispetto a quanto accaduto a casa mia.
2011

marzo-giugno

L’espansione del lupo nell’appennino Emiliano-romagnolo continua rapidamente. Nella primavera 2011 i tecnici della Provincia di Bologna, a pochi km in linea d’aria da casa mia, affermano pubblicamente che è certo che il lupo ha già colonizzato tutti i territori disponibili fino ai margini della pianura. Intanto il problema lupo diventa sempre più grave anche in altre parti di Italia. Iniziano prese di posizione delle comunità locali, Sindaci in testa, che chiedono che venga fatto rapidamente qualcosa per limitare il proliferare della specie. Si moltiplicano le dichiarazioni di varie associazioni sorte spontaneamente un po’ ovunque, costituite da allevatori o semplici abitanti delle montagne. Si punta il dito da parte loro contro il business economico rappresentato dal ritorno del lupo per molti “studiosi” e Parchi. Si ricorda il pericolo della specie per l’antropofagia da sempre esercitata dove il lupo è stato presente. L’impossibile convivenza della pastorizia con i lupi. La necessità di autorizzare i pastori a esercitare anche l’auto-difesa armata per la propria incolumità e quella delle greggi.

2011

Con il decreto di Giunta Regionale 1592 del 2011 sugli aiuti generali all’agricoltura in caso di danni da animali selvatici si ribadisce quanto deciso nel 2008, ovvero la necessità di opere di prevenzione da parte degli imprenditori, a pena di esclusione dei contributi in caso di danni. Vengono stanziate risorse e previsti disciplinari per l’acquisto e messa in opera dei dispositivi di prevenzione, con innumerevoli vincoli sulle loro caratteristiche e certificazioni. Il fondo regionale per gli indennizzi ai sensi di questo decreto esclude espressamente gli aiuti per le predazioni sul bestiame, ma tra gli acquisti di opere di prevenzione danni ammesse al contributo pubblico rientra anche l’acquisto di cani da difesa del gregge, con una prima commistione nelle norme tra danni da fauna generali all’agricoltura e danni da animali predatori agli allevamenti.

2011

dicembre

Nell’inverno 2011 gli “amici dei lupi” continuano a minimizzare il problema. È il loro idolo quello che continua ad essere in pericolo di estinzione, non gli allevatori di animali al pascolo. E continua la loro disinformazione circa l’assenza assoluta di pericoli per l’uomo.Intanto accadono altre stragi nell’appennino. Decido comunque di provare nuovamente con le pecore, acquistandone sei esemplari.

2012

marzo

La stampa da ampio rilievo allo studio di un biologo secondo il quale l’incidenza del problema sugli allevamenti zootecnici nell’appennino modenese è assolutamente trascurabile. Solo il 2,5% della sua dieta infatti pare derivi da animali domestici, per il resto secondo quel laureato si ciba di animali selvatici. Si riportano anche affermazioni dello studioso secondo il quale dall’unità d’Italia in poi non si sarebbero mai verificati casi di aggressione all’uomo. Una vera e propria menzogna, considerando che tra le due guerre mondiali ci furono anche uomini uccisi da lupi, non solo aggrediti. E i casi di semplice aggressione senza essere fatale furono molteplici (nel 2019 il giornalista Giovanni Todaro ha pubblicato un libro documentario di quasi 800 pagine basato su ricerche negli archivi storici – Storie vere di lupi cattivi – nel quale sono elencati innumerevoli casi relativi anche al quel periodo storico).

2012

maggio

Nel maggio 2012, grazie alla insistenza e alla consulenza di un esperto in materia, acquisto due cuccioli di mastino in Abruzzo da un pastore famoso per i suoi ottimi cani. Una volta inseriti nel gregge, dovrebbero tenere alla larga i lupi. Appena portati a casa, devo immediatamente separarli perché le pecore adulte, mai state a contatto con cani, non li accettano e rischiano di essere uccisi a testate o schiacciati. Acquisto allora sei agnelline appositamente per far crescere i cuccioli con loro, in un’area recintata e protetta sotto casa.
2012

giugno-luglio

Nell’estate 2012, in distinte occasioni, i lupi entrano di nuovo e pur nei campi a fianco l’abitazione uccidono via via tutte le pecore adulte che avevo preso nell’inverno 2011. Questo nonostante abbia acquistato un costoso dissuasore acustico che a detta dei protezionisti sarebbe stato efficace. Si dimostra assolutamente inutile: una pecora viene uccisa proprio a 100 metri da dove l’avevo posizionato. Le agnelline e i cuccioli di cane fortunatamente restano al sicuro nel box sotto casa.